TORINO – Una vera e propria banca dati creata per mettere a disposizione del pubblico i verbali delle domande di registrazioni di marchi nazionali ed internazionali. Si chiama MaToSto®, acronimo di Marchi Torinesi nella storia. Una ricca, articolata e preziosa raccolta storica creata dalla Camera di Commercio di Torino che testimonia in modo significativo la storia economica del territorio e la sua evoluzione nel tempo. Tutti i verbali sono consultabili on line sul sito www.matosto.it grazie ad un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012 e realizzato in collaborazione con Ismel (Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro).
Un data base con i documenti dei marchi registrati a Torino da metà degli Anni Venti in poi
Il sito web di MaToSto® contiene ben trentacinquemila verbali depositati dal 1926 fino alla fine degli Anni Settanta. Mancano solo quelli del 1941 e del 1942 che sono andati perduti nell’incendio di Palazzo Morozzo, ex sede della Camera di Commercio, avvenuto durante il bombardamento di Torino dell’8 dicembre 1942. Sul portale sono descritti ben 20.466 marchi verbali, 14.045 marchi figurativi e 4.682 estensioni internazionali.
Tra questi compaiono anche tutte le domande di registrazione delle grandi aziende che hanno segnato la storia del territorio. Tra queste Fiat, GFT, Cinzano, Martini e Rossi, Schiapparelli, Venchi e tante altre ma anche di piccole realtà artigianali e famigliari. Non mancano neanche le grandi realtà straniere che, prima di portare in Italia i rispettivi prodotti, ne registravano i marchi. I depositi pervenivano all’ente in forma autonoma o per lo più proposti dai principali studi di consulenza in proprietà intellettuale torinesi che ancora oggi sono leader in Italia.
Tra le domande depositate compaiono anche quelle che non hanno visto il rilascio o quelle che, pur rilasciate, spesso per questioni politiche sono state successivamente ritirate dai loro titolari.
Sono anche presenti tutte le domande di estensione internazionale dei marchi. Cresciute esponenzialmente nel tempo a testimonianza della sempre maggiore apertura del nostro territorio verso i mercati esteri. I marchi internazionali passano infatti dal 10% del totale fino al 1968 al 64% negli anni successivi. Si possono infine trovare anche tutte le immagini, i loghi, le scritte, le scelte grafiche e stilistiche, le icone femminili o infantili. Ma anche i claim pubblicitari dell’epoca, tutte testimonianze del gusto e della cultura di quegli anni.