Era il 27 febbraio del 1960 quando, su un treno diretto in Svizzera, venne improvvisamente a mancare Adriano Olivetti. Aveva solo 59 anni, ma la sua visione del mondo e di fare impresa segnerà per sempre la storia del nostro Paese e non solo. A sessant’anni dalla sua scomparsa, la società moderna ha ancora molto da imparare dalla sua figura.
Chi era Adriano Olivetti
Grande imprenditore e uomo di cultura e politica. Adriano Olivetti nasce a Ivrea nell’aprile del 1901, dopo la laurea iniziò a lavorare come semplice operaio nella celebre fabbrica di macchine da scrivere del padre. Famoso in tutto il mondo, Olivetti potrebbe essere considerato l’ideatore del PC, ma viene ricordato come un uomo a cui non interessava il capitalismo. Fu un grande visionario e innovatore, un imprenditore in grado di mettere prima la responsabilità civile e sociale al proprio guadagno. Quando morì, la città di Ivrea decise di celebrarlo annullando il Carnevale con il lancio delle arance.
La visione d’impresa di Adriano Olivetti
Quando scomparve, l’azienda di Olivetti dava lavoro a 36 mila persone in tutto il mondo, di cui 25 mila solo in Italia. Il suo modo di fare impresa era decisamente innovativo e inusuale, considerando soprattutto il periodo storico del secondo dopoguerra. Per Olivetti, la sua azienda non doveva avere solo lo scopo di creare un profitto, ma anche una responsabilità civile e sociale. Decise quindi di ridurre le ore di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, mantenendo lo stesso salario. Per evitare che i suoi dipendenti si sentissero alienati dal lavoro, mise delle vetrate in fabbrica per non far perdere loro il contatto con la natura. Creò anche degli asili nidi vicino alle fabbriche e garantì il congedo di maternità pagato all’80% per nove mesi, quando ancora non era previsto dalla legge.
La famosa macchina da scrivere “Lettera 22”
La “Lettera 22” è senza ombra di dubbio uno dei prodotti di maggiore successo di Adriano Olivetti. Si tratta della prima macchina da scrivere “portatile”, piccola e dal peso di tre chili e settecento grammi. Fu un’innovazione e ben presto divenne la macchina da scrivere preferita dai giornalisti italiani, tra cui Indo Montanelli. La Lettera 22 fu progettata ad Agliè nel 1950, con la particolarità di non disporre sulla tastiera dei numeri 1 e 0. Venne premiata in Italia nel 1954 con il Compasso d’Oro e all’estero nel 1959 come miglior prodotto di design dall’Illinois Institute of Technology. Fuori produzione dal 1959, è ancora oggi considerata un oggetto innovativo ed è esposta nei più importanti musei del mondo, tra cui il MOMA di New York.