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Doccia sostenibile: ridurre i consumi idrici senza rinunciare al benessere

doccia sostenibile

Pochi minuti sotto l’acqua calda, il vapore che avvolge i pensieri e la sensazione di lasciarsi alle spalle la giornata. La doccia è un momento sacro, un rifugio quotidiano che ci permette di ripartire, rilassarci e ricaricare le energie.

Troppo spesso, però, non ci accorgiamo di quanta acqua consumiamo, senza pensare al suo valore

Serve davvero così tanta acqua per sentirsi meglio? Probabilmente no. Basterebbe dimezzarla per garantire la stessa sensazione di benessere, con un impatto ambientale decisamente più leggero.

Doccia sostenibile significa più amore per sé e per il pianeta

Ridurre i minuti sotto l’acqua non significa rinunciare al proprio rituale. Al contrario, è l’occasione per trasformarlo in un gesto consapevole. Chiudere il rubinetto mentre ci si insapona è il primo passo verso una doccia più sostenibile. Mantenere la temperatura troppo alta, invece, un segreto per due benefici: da un lato riduce la bolletta, dall’altro protegge la pelle da irritazioni e arrossamenti.

La sostenibilità si costruisce anche attraverso le piccole scelte. Usare detergenti delicati in quantità moderate evita sprechi e rispetta la pelle. Preferire prodotti ricaricabili o maxi formati riduce, inoltre, l’impatto della plastica sull’ambiente e, spesso, aiuta anche a risparmiare.

Scegliere una doccia breve e sostenibile non significa trascurarsi. Anzi, dopo essersi lavati, applicare creme e oli idratanti regala alla pelle morbidezza e protezione, completando il rituale di benessere in modo consapevole.

Spreco dell’acqua in Italia

In Italia, lo spreco dell’acqua rappresenta un problema cronico che si trascina da decenni, aggravato da infrastrutture obsolete. Ogni anno si disperdono oltre 3,4 miliardi di metri cubi d’acqua, pari al 42% di quella immessa nelle tubature, una quantità enorme che rivela come la crisi idrica non sia solo legata alla scarsità della risorsa ma anche a un sistema gestionale e infrastrutturale inefficiente e incapace di garantire un uso sostenibile di un bene così essenziale.

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Davide Burzio

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