Marzo 31, 2019

Canapa, una versatilità da sballo

Creatività e tecnologia hanno permesso di moltiplicare gli usi della pianta

Se il della parola “canapa” vi rimanda alla bandiera giamaicana, o alla hit Maria Salvador del rapper J-AX, siete totalmente fuori strada. Quello nascosto dietro la cosiddetta new canapa economy è un giro d’affari perfettamente legale che solo in Italia, nel giro di cinque anni, ha visto decuplicare i terreni coltivati. Dai 400 ettari del 2013 fino ai 4000 stimati nel 2018, secondo le stime Coldiretti nelle campagne si sono moltiplicate le esperienze innovative ed ecologiche: bioplastiche, eco-mattoni isolanti, oli di bellezza e persino pellet per il riscaldamento sono sempre più spesso a base di canapa.

Il primo boom nella coltivazione della pianta è stato registrato all’alba del 2017, in seguito all’emanazione delle “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” promulgate per disciplinare il settore.

L’approvazione del decreto ha legalizzato la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo, più comunemente conosciuta come cannabis light, leggera. Con la nuova norma, di fatto, non si è più resa necessaria alcuna autorizzazione per seminare quelle varietà certificate con un contenuto di tetraidrocannabiolo (THC) inferiore allo 0,6%. Questo provvedimento ha aperto le porte ad un nuovo scenario economico: Coldiretti ipotizza che il solo commercio di cannabis a uso terapeutico potrebbe generare un giro di affari di 1,4 miliardi, creare almeno 10mila nuovi posti di lavoro, ridurre la dipendenza dall’estero. A gioire delle potenzialità di questo mercato sono in perciò gli imprenditori. Un numero crescente di aziende medie e piccole crea saponi, unguenti e creme per il viso scegliendo le proprietà benefiche della canapa. Grazie agli acidi Omega 3 e Omega 6, ma soprattutto all’acido gamma linoleico, questi cosmetici naturali aiutano a prevenire e a combattere desquamazione, disidratazione della pelle e disturbi della cheratinizzazione.

Ford Hemp Body Car

Neppure l’ambito edile disdegna il controverso vegetale. Gli eco-mattoni hanno un’elevata capacità isolante e sono formati da fibre di scarto miste a calce, mentre i pellet a base di canapa assicurano una combustione pulita. Non diversamente, anche il mondo dell’automotive si affaccia sulle bioplastiche derivate, sulla scia del celebre Henry Ford. Era il 1937 quando l’uomo d’affari statunitense dava vita alla Ford Hemp Body Car, realizzata quasi esclusivamente con un materiale naturale innovativo, ottenuto da una mistura di semi di canapa, lino, soia, grano e ramiè. L’universo alimentare rimane comunque il primo fan della new canapa economy: con i suoi semi si realizzano pane, biscotti, farine e oli dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie ed immunostimolanti.

Il derivato più famoso della canapa, la cannabis, può avere scopi terapeutici che non vanno confusi con quelli ricreativi di cosiddetti “spinelli”.

Se le disposizioni circa la coltivazione e la commercializzazione della canapa sono state accolte con un certo scetticismo, le attività connesse al commercio di cannabis sono sono state dichiarate illegali, salvo quelle connesse all’uso medico e al consumo personale fino a 5 grammi lordi. E a questo proposito, la Fondazione Umberto Veronesi fa chiarezza: sul mercato sono presenti 5 farmaci cannabis based i quali vengono principalmente utilizzati per il controllo di nausea, vomito, appetito nei pazienti sottoposti a chemioterapia. Ma non è tutto. Le persone affette da sclerosi multipla possono impiegarla per calmare gli spasmi muscolari o per alleviare i dolori cronici.